venerdì 22 marzo 2013

Il dumping salariale tedesco

Il governo Belga accusa la Germania di dumping salariale e ricorre presso la Commissione Europea. Il salario minimo non esiste e quando esiste non viene rispettato, le nostre aziende stanno chiudendo per colpa vostra: in Germania è tutto permesso. Da FAZ.net






Il governo belga solleva delle dure accuse contro i vicini tedeschi: nei settori a basso salario, i vostri lavoratori sono sottopagati. Il Belgio annuncia un ricorso alla Commissione Europea.

Il governo belga intende portare la Germania davanti alla Commissione Europea accusandola di dumping salariale. Il governo tedesco, infatti, permette che lavoratori provenienti principalmente dall'est Europa siano sfruttati e sottopagati nei cosiddetti settori a basso salario (Niedriglohnsektor), accusano il Ministro del Lavoro Monica de Coninck e il Ministro dell'Economia Johan Vande Lanotte. Poiché non esiste un salario minimo, le macellerie, le aziende di giardinaggio o le segherie tedesche possono offrire i loro servizi ad un prezzo cosi' basso che i concorrenti belgi finiscono fuori mercato.

Questa concorrenza sleale spingerebbe le imprese a delocalizzare dal Belgio alla Germania. "Non cerchiamo lo scontro", ha dichiarato De Coninck. Ma le pratiche indegne devono essere fermate. Già lo scorso anno, la Commissione nelle sue raccomandazioni specifiche per gli stati membri, aveva criticato la Germania a causa dei salari troppo bassi in rapporto alla produttività.


Tutto è permesso

La Germania deve impegnarsi affinché la situazione cambi. Anche fra i 7.5 milioni di minijobber sono ancora troppo pochi quelli che riescono a fare il salto verso un lavoro full time regolare. Indipendemente da questo, il portavoce ha chiarito che la Commissione europea da tempo spinge i diversi paesi ad introdurre per legge un salario minimo. Sarebbe un importante contributo per evitare che le persone con un posto di lavoro finiscano per vivere in povertà.

La critica belga riguarda prima di tutto l'utilizzo nei macelli tedeschi di lavoratori dall'Europa dell'Est con una paga oraria di pochi Euro all'ora. Per questa ragione, invece di farla macellare in Belgio, è diventato piu' economico far lavorare la carne in Germania per poi reimportarla in Belgio, secondo il ministro Vande Lanotte. Poiché in questi settori non esiste un salario minimo, la bassa paga oraria finisce per non infrangere alcuna legge. "Tutto è permesso", ha detto il Ministro dell'Economia. Anche i sindacati europei sostengono lo stesso argomento da molto tempo.

Di fatto la situazione secondo gli esperti è un po' piu' complessa. Molti dei lavoratori dall'Europa dell'Est sono occupati illegalmente: o come pseudo-lavoratori autonomi oppure come dipendenti di società fittizie. Tuttavia anche nel settore edile, dove esistono i minimi salariali, i lavoratori vengono pagati meno di quanto previsto dai contratti.

Si tratterebbe prima di tutto di applicare meglio le regole già esistenti, si dice alla Commissione Europea. Le autorità europee già l'anno scorso hanno presentato proposte concrete, che pero' secondo il parere dei Verdi e dei Socialdemocratici al Parlamento Europeo avrebbero portato ad un indebolimento dei controlli.

Che la Commissione possa avviare un'azione legale contro la Germania per dumping salariale è abbastanza improbabile. L'introduzione di un salario minimo è una responsabilità esclusiva degli stati. Manca la base giuridica, ha detto il portavoce di Andor. Semmai, le raccomandazioni specifiche fatte per ogni paese potranno essere utilizzate come un primo passo per ulteriori azioni contro la Germania. La loro funzione è stata rafforzata all'interno delle piu' ampie riforme europee introdotte dopo lo scoppio della crisi Euro.

In questo contesto gli stati membri con un avanzo delle partite correnti saranno chiamati a fornire un contributo alla riduzione degli squilibri macroecnomici con un aumento dei salari. Se gli stati non dovessero rispettare la decisione, la Commissione potrà tuttavia infliggere solo sanzioni molto contenute.

Münchau: senza unione bancaria l'Euro ha i giorni contati


Münchau, nel suo piu' recente commento su Der Spiegel, torna a parlare della crisi cipriota e lancia un avvertimento: senza l'unione bancaria l'Euro è destinato a fallire. Cipro è solo l'inizio. Da Der Spiegel.
Il Parlamento di Nicosia con il suo rifiuto di espropriare i clienti delle banche ha evitato il peggio. Il pessimo escamotage proposto dai paesi EU è fallito. Ecco perché un'insolvenza dello stato non sarebbe la cosa peggiore.

Angela Merkel e Wolfgang Schäuble erano le menti dietro  l'attentato ai risparmi ciprioti. Trovo incredibile il modo in cui i bravi partiti di opposizione tedeschi commentano lo scampato pericolo. All'inizio mentre la casa stava bruciando, hanno parlato a bassa voce. Cosi' Wolfgang Schäuble ha potuto ripetere indisturbato sui media la storia secondo cui sarebbe tutta colpa del presidente cipriota Nikos Anastasiades. Sarebbero stati i ciprioti alla fine ad aver deciso il prelievo dai depositi dei piccoli risparmiatori. Al contrario, è stato prima di tutto il ministero di Schäuble ad aver messo in campo l'imposta patrimoniale.

La partecipazione dei piccoli risparmiatori è il risultato della proposta tedesca, sommata ai vincoli di politica interna a Cipro. L'economista spagnolo José Carlos Diaz ha commentato: in Europa non ci sono segni di vita intelligente.

Cipro si dirige verso un default sovrano - a meno che una delle parti non decida di arretrare dalle proprie posizioni. Una bancarotta di stato ed un'uscita dall'Euro non sarebbero in ogni modo lo scenario peggiore. Ancora peggio è lasciare che la Germania e Cipro continuino a vivere insieme all'interno di una unione monetaria che entrambi realmente non supportano.

Cipro non vuole un'interferenza negli affari interni

La crisi di Cipro è un chiaro esempio: mostra che ogni unione monetaria ha necessariamente bisogno di una unione bancaria. Non sto parlando del controllo bancario che si sta centralizzando a Francoforte, piuttosto di una gestione centrale delle crisi bancarie e di una garanzia europea sui depositi. In una vera unione monetaria non sarebbe arrivato Putin in aiuto, se veramente arriverà, ma i signori e le signore del controllo bancario.

Arriverebbero nel paese in gran segreto, muniti di pieni poteri esecutivi. Prenderebbero in consegna le banche, metterebbero i sigilli alle porte e rimborserebbero il piccolo risparmiatore fino al limite della garanzia sui depositi in vigore. Tutto il resto del patrimonio ancora disponibile verrebbe liquidato - prima le azioni, poi le obbligazioni subordinate, poi le senior e alla fine i depositi superiori al limite della garanzia.

L'importo della garanzia a Cipro è di 100.000 €. Io credo si dovrebbe ridurre a 50.000 €, ovviamente non va bene se fatto a posteriori. In questo modo molti problemi sarebbero risolti.

Il problema in Europa è che la Germania non sostiene l'unione bancaria e Cipro impedisce un'ingerenza nelle questioni interne. Per questa ragione io credo il problema sia irrisolvibile, almeno all'interno di una unione monetaria.

La banche cipriote hanno bisogno di capitale, non di credito

Anche un ulteriore prestito dalla Russia non sarebbe di grande aiuto, perchè Cipro resterebbe schiacciato dal peso degli interessi. Le banche cipriote hanno bisogno di capitale, non di crediti. Una volta bocciata la tassa patrimoniale, non è chiaro da dove dovrebbe arrivare il denaro. A meno che i russi non considerino l'aiuto a Cipro come un investimento militare strategico che gli offre una base navale all'interno della zona Euro. A coloro che caldeggiano questa soluzione, auguro buon divertimento.

Piu' realisticamente si dovrebbe lentamente iniziare a prendere confidenza con l'idea di un default sovrano. Senza una garanzia comune sui depositi e una gestione comune delle crisi bancarie, l'Euro non potrà essere tenuto insieme ancora a lungo. Non c'è via di uscita dalla desolante situazione di Cipro, Grecia, Spagna e Portogallo. Questi paesi sono troppo deboli per risanare il loro settore bancario. E i fondi di salvataggio europei non saranno di aiuto. Le somme previste sono troppo piccole.

In Germania la crisi di Cipro è il terreno di coltura ideale per il nuovo partito anti-Euro "Alternative für Deutschland". Io non condivido le loro posizioni - al contrario. Ma almeno le loro idee hanno una cerca consistenza. L'uscita dall'Euro paventata dal partito è una diretta conseguenza dell'evidente limite alla solidarietà mostrato da Merkel. Quello che invece non è affatto coerente, è la combinazione fra la politica europea di Merkel e la promessa di voler mantenere l'Euro ad ogni costo. 

Non ci sarà una rottura dell'Euro sul caso Cipro. E' un paese troppo piccolo. Ma Cipro ci mostra il modo in cui l'Euro si dissolverà.

giovedì 21 marzo 2013

Tutti gli errori di Herr Schäuble

Herr Schäuble, nel tentativo di usare la crisi debitoria a Cipro per fare campagna elettorale interna, ha commesso una serie di errori. Da Lost in Europe

La crisi di Cipro si estende. Dopo che gli Eurosalvatori hanno fallito nel tentativo di introdurre un prelievo obbligatorio sui depositi, si inizia a parlare di un possibile collasso dell'isola. Il ministro Schäuble dice di essere preparato per ogni evenienza - ma è lui il solo ad avere molto da perdere.

La Germania dopo la Grecia è il secondo creditore di Cipro.  Le banche tedesche hanno investito 5.9 miliardi di Euro nel paradiso fiscale (dati International Bank of Settlements) - ci sa spiegare il motivo, Herr Schäuble?

Ma questa non è la sola preoccupazione che affligge il ministro. Molto piu' grande è la paura di perdere l'aurea dell'invincibile Eurosalvatore - e innescare una reazione a catena.

Se Cipro dovesse dichiarare l'insolvenza e lasciare l'Euro, la Grecia e il Portogallo seguirebbero a breve. Poi sarebbero l'Italia e la Spagna ad essere sotto pressione. Alla fine potrebbe essere tutto il sud Europa a crollare - nel peggiore dei casi proprio durante la campagna elettorale tedesca. 

E ora arriva la punizione per la scelta fatta da Schäuble di posticipare la decisione sul caso Cipro. Non è stato il suo unico errore. Di fatto tutta la politica tedesca sul caso Cipro è un fallimento:

Errata analisi delle cause: Cipro è finito nei guai a causa degli errori fatti con il salvataggio greco, soprattutto dopo il taglio del debito. Ma Schäuble sostiene che un settore bancario troppo grande ne sia la causa.

Manovra populista diversiva: invece di affrontare il problema concretamente, l'opinione pubblica tedesca è stata distratta con i ricchi oligarchi, la mafia russa e il riciclaggio di denaro. Per la prima volta la scorsa settimana Schäuble ha ammesso di non averne nessuna prova. 

Tattica del rinvio: Cipro ha presentato la sua richiesta di aiuto già nel giugno dello scorso anno. Nel mese di novembre la Troika aveva presentato un "Memorandum of Unterstanding" (MOU) - ma Schäuble aveva detto no. E cosi' del tempo prezioso è andato perduto. 

Diktat di Berlino: il MOU prevedeva tasse immobiliari piu' alte, ma nessun prelievo forzoso. La Troika non aveva chiesto nessun "contributo" di 5.8 miliardi di Euro. E' stato Schäuble ad escogitarlo - con le famose conseguenze.

Violazione delle regole EU: probabilmente il governo cipriota era libero di decidere come ottenere questi 5.8 miliardi di Euro. Ma il prelievo di denaro dal piccolo risparmiatore era in contrasto con il diritto comunitario. E questo Schäuble lo sapeva, e poteva evitarlo.

Naturalmente anche i ciprioti sono corresponsabili per la debacle. Ma se siamo finiti nella crisi, se c'è stata una escalation, dobbiamo prima di tutto ringraziare il nostro tesoriere supremo. Sull'isola dei giocatori d'azzardo...è stato fregato!

Chiunque legga il MOU, vi troverà numerose alternative alle attuali richieste dell'Eurogruppo. IL FMI aveva inoltre proposto una ristrutturazione del debito cipriota. E poi naturalmente c'era la possibilità di ricapitalizzare le banche direttamente con il fondo ESM, come proposto da Y. Varoufakis. Schäuble non puo' certo dire che la sua politca è la sola possibile - al contrario è solo un intralcio per ogni altra possibile soluzione.

Arrivano i russi?


Merkel e Schauble, troppo impegnati nel preparare la campagna elettorale, non hanno compreso le dimensioni della crisi cipriota. Ora entrano in scena i russi, ed inizia un braccio di ferro. Da Der Spiegel.
Cipro ha respinto il piano di salvataggio di Bruessel - ora Mosca dovrà aiutare l'isola, ormai sull'orlo della bancarotta. Ma Putin potrebbe chiedere un prezzo molto alto. 

 
Gli abitanti di Limassol chiamano la loro città la "piccola Mosca", per via dei tanti uomini d'affari russi. Nella parte sud di Cipro sono domiciliate molte holding degli oligarchi. Ora che il parlamento di Nicosia ha rifiutato il piano degli europei, il governo di Cipro cerca aiuto nella stessa direzione da cui negli anni scorsi sono arrivati sull'isola mediterranea tanti miliardi: verso est, verso la Russia.

 
Il presidente Nikos Anastasiades si tiene in contatto telefonicamente con il capo di stato russo Wladimir Putin. Il ministro delle finanze Michael Sarris martedi sera è arrivato a Mosca. Sarris sta trattando con il Cremlino e altri funzionari il sostegno russo. I vertici di uno stato membro dell'EU e dell'Eurozona vanno a Mosca per elemosinare aiuto - per il Cremlino ci sono stati sicuramente momenti peggiori.

 
Qual'è la posizione di Mosca nella crisi di Cipro?

 
Per la Russia, fra i paesi EU, Cipro e la Grecia hanno un ruolo speciale. Molti ciprioti e greci appartengono alla chiesa ortodossa, da sempre in rapporti molto stretti con il patriarca di Mosca. L'Arcivescovo di Cipro Chrysostomos ha perfino chiesto al patriarca Kirill di intercedere presso Putin in favore di Cipro.

 
I colloqui a Mosca non saranno facili, il Ministro delle Finanza russe Anton Siluanow è molto arrabbiato: Mosca è stata informata troppo tardi sui salvataggi e sulla tassa patrimoniale. Il predecessore di Siluanow, l'uomo di fiducia di Putin Alexej Kudrin, parla addirittura di "mancanza di rispetto".
 
 
La Russia deve temere la crisi di Cipro?

 
Si' e no. Insieme ai britannici, i russi sono gli investitori piu' grandi sull'Isola. Le somme esatte non le conosce nemmeno il governo di Mosca. Ma secondo le diverse stime i depositi degli investitori russi sarebbero tra i 20 e i 40 miliardi di dollari. La banca pubblica Sberbank ha stimato essere pari al 40 % la quota russa nei 5.8 miliardi di Euro da incassare con la tassa patrimoniale. I media moscoviti ipotizzano perfino un possibile contagio della crisi verso il grande paese: nel loro racconto i sistemi bancari dei due paesi sarebbero "legati come gemelli siamesi".

E' una paura esagerata. Un aggravamento della crisi cipriota o addirittura un fallimento di stato colpirebbe duramente le banche russe. Si fa il nome della banca statale VTB, a causa di una controllata cipriota. Ma considerando le riserve valutarie pari a 530 miliardi di Euro, lo stato russo e la sua economia sembrano essere abbastanza forti da poter sostenere le perdite di tutti i depositi russi a Cipro.

Che cosa vuole ottenere la Russia?

Primo: limitare i danni per gli investitori russi. A differenza del predecessore Boris Jelzin, Putin non tiene a distanza gli oligarchi. Il Cremlino prende in considerazione i loro interessi e cerca di tutelarne gli investimenti, secondo Alexej Muchin, direttore del Centro per l'Informazione politica. Putin non ha "alcun interesse a farsi nuovi nemici". 

Secondo: usare la crisi per migliorare l'immagine del paese. Il Cremlino vorrebbe dare alla Russia un'immagine di stabilità durante la crisi e proporre il paese come un sicuro rifugio finanziario, sia verso l'esterno sia verso i suoi cittadini. I media russi fanno a gara nel dare già spacciata l'Unione Europea. Si parla di "Euro-bolscevismo", perfino la columnist di opposizione Julija Latynina parla di "parassiti europei, che si nutrono di Cipro e Russia". Mentre l'Europa è schiacciata da una montagna di debiti, il Cremlino brilla per il suo successo finanziario. Grazie ai grandi introiti dovuti alla vendita di gas e petrolio, il deficit nel 2012 è rimasto all'0.8% del PIL, il debito pubblico è inferiore al 10%.

La Russia aiuterà Cipro?

Piu' si' che no. Mosca ha già concesso a Nicosia lo scorso anno 2.5 miliardi di Euro di credito. Cipro spera di posticipare la scadenza al 2021 e di aumentare l'importo fino a 5 miliardi di Euro. Mosca pero' vuole concedere l'aiuto solo a determinate condizioni.

Gli obiettivi di Mosca

Piu' trasparenza: Mosca vuole avere piu' informazioni sul denaro russo e sulle aziende russe nell'isola. Cipro è una sorta di lavatrice per il denaro russo. Anno dopo anno vengono trasferiti sull'isola decine di miliardi, che poi sono reinvistiti subito dopo nella stessa Russia. Nel 2010 Cipro è stato il piu' grande investitore estero in Russia con oltre 50 miliardi di dollari. Gli investimenti dalla Germania sono stati solo 21 miliardi di Euro.

I criminali e gli oligarchi amano Cipro perché permette loro di risparmiare tasse e ripulire il denaro. Numerose grandi aziende russe appartengono formalmente a piccole società con sede a Cipro. Il Cremlino vuole cambiare queste regole.

Gas: in cambio del sostegne russo, Cipro potrebbe dare la priorità al colosso del gas russo Gazprom nello sfruttamento dei giacimenti davanti alla costa.

Controllo sulle società cipriote: le imprese russe, in caso di privatizzazione delle imprese statali cipriote, potrebbero essere favorite. 

Presenza militare: la Russia ha piani ambiziosi per la creazione di una flotta del Mediterraneo. Nel Mediterraneo pero' dispone solo di un porto: una piccola base navale marina nella città siriana di Tartus. Non è da escludere che in cambio di auti finanziari la Russia possa pretendere una cooperazione militare piu' stretta. 

mercoledì 20 marzo 2013

Italiani, frugatevi le tasche!



La notizia secondo cui il patrimonio degli italiani sarebbe superiore a quello dei tedeschi arriva sulla stampa popolare. Su Focus.de, Uli Dönch chiede agli italiani di saldare il conto senza scomodare il contribuente tedesco. La crisi euro raccontata all'uomo della strada, il trionfo del trash. Da Focus.de.



I miliardi spesi per il piccolo stato Euro non ci uccideranno. Peggio, c'è una grande economia che aspetta il nostro denaro: gli italiani stanno facendo di tutto per rovinarsi da soli. Ma il paese è in grado di far fronte ai suoi problemi da solo.


Cari amici italiani! Vi vogliamo bene. Ammiriamo il vostro stile di vita. E vi invidiamo perché vivete nel piu' bel paese del mondo. E voi che fate? Vi mettete nei guai da soli: mettete in scena il peggior caos politico dal 1945, pontificate sull'uscita dall'Euro, scioccate le borse mondiali e portate gli interessi sui vostri titoli di stato già traballanti ad un livello molto pericoloso. 

E poi? Alzate le spalle, guardate come dopo un (presunto) fallo - e pretendete che il resto d'Europa faccia il possibile per far scendere di nuovo i tassi. Solo per poter continuare a fare quello che avete fatto fino ad ora.

"Non ci sono le condizioni per l'intervento della banca centrale"

Cosi' non va, cari italiani. Oppure detto in maniera piu' diplomatica come ha fatto il presidente della Bundesbank Jens Weidmann sul numero attuale di Focus: "Se in Italia attori politici importanti discutono di un'uscita dall'unione monetaria e a causa di cio' gli interessi sui titoli di stato crescono, questo non potrà essere in alcun modo un motivo per l'intervento della banca centrale".

In parole povere: se giocate col fuoco, dovete anche essere capaci di spegnerlo. Invece di fare pressione sugli altri, vi dovrete bruciare i piedi. Nel frattempo anche gli economisti tedeschi piu' vicini a voi sono stufi. Anton Börner è presidente dell'Associazione per il Commercio Estero BGA, vive con la sua famiglia nella patria di adozione Italiana e in un'intervista a "Die Welt" vi dà una bella lavata di capo: "Non è possibile che un paese ricco come l'Italia chieda l'aiuto della EU".

I miliardi discreti delle vecchie famiglie

Perché - qui si arriva al punto - voi siete piu' ricchi di noi! I vostri depositi e i patrimoni privati raggiungono un impressionante 175 % del PIL. Noi, i vostri vicini al di sopra delle Alpi apparentemente forti, arriviamo appena ad un 125 % del PIL. Questo è dovuto prima di tutto ai vostri famosi "vecchi soldi" - i tesori miliardari discreti dell'industria finanziaria nel nord Italia e quelli nel sud che invece appartengono alla...lo sapete già.

Anche l'esperto Börner lo dice: "I patrimoni sono distribuiti in maniera molto diseguale". Il vostro prossimo governo dovrebbe finalmente avere il coraggio di tassare i patrimoni improduttivi (ville, antichità, gioielli)  con un'aliquota piu' alta rispetto alla ricchezza produttiva (salari, profitti delle imprese): "Allora gli imprenditori tirerebbero fuori i soldi dalle case al mare oppure in montagna e si deciderebbero a metterli nelle imprese".

Allora? Avete già smesso di parlare? Non è uno dei vostri sindacalisti comunisti a predicare. Ma un imprenditore tedesco molto solido e radicato in Italia. Che conosce voi e i vostri veri problemi. Tuttavia, voi - popolo piu' amabile sul continente - non potete sempre lamentarvi con "quelli là sopra". Anche voi dovete cambiare. E soprattutto la vostra caratteristica peggiore: "L'italiano conosce solamente se stesso e la sua famiglia e per questa cerca di ottenere il massimo, in ogni modo", racconta l'esperto Börner.

Fare ordine a casa propria

Per questo Börner non capisce le vostre continue richieste di aiuto: "E' anti-solidale pretendere che siano i tedeschi a dover pagare oppure garantire per gli italiani. Uno dei paesi piu' ricchi d'Europa si arrabbia perché deve fare ordine a casa propria". Oppure volete che si faccia un accordo secondo il vecchio stile italiano: la Juventus ad aprile perde in Champions League contro il Bayern Muenchen - e poi parliamo di nuovo di soldi ed interessi?

Voi non lo volete? Molto bene. Nemmeno noi. Allora vi resta solo una cosa da fare: indossate gli occhiali da sole, sigaretta dietro l'orecchio, maniche tirate su', tasse pagate  in parte - e continuate a sostenete i politici che vi faranno perdere una parte del patrimonio, sicuramente piu' grande di quanto non sia accaduto fino ad ora. Alla salute del paese piu' bello del mondo!



martedì 19 marzo 2013

Di chi è la colpa?


Dopo lo scaricabarile, NachDenkSeiten.de, interessante sito di analisi economica da sempre critico verso le politiche merkeliane, individua i responsabili della patrimoniale cipriota. Non è tutta colpa dei tedeschi. Jens Berger Da NachDenkSeiten

Secondo i racconti fatti dagli insider e raccolti dal Financial Times e dal cipriota Kathimerini, il poker della negoziazione si è svolto in questo modo: nel pomeriggio Angela Merkel ha messo la pistola alla tempia del nuovo presidente Nikos Anastasiades - un politico conservatore che con il sostegno di Merkel ha vinto le elezioni contro il suo avversario Christofias. L'offerta: il denaro dal fondo ESM arriverà solo se i risparmiatori ciprioti parteciperanno ai costi del salvataggio. Anastasiades ha quindi proposto una tassa speciale alquanto moderata del 3.5 % sui depositi bancari sotto i 100.000 €, e del 7.5 % sui depositi superiori ai 100.000 €. Se in questi giorni i commentatori conservatori si  strappano i vestiti per la violazione della garanzia sui depositi, allora dovrebbero mettere nero su bianco i nomi. L'idea di far passare alla cassa anche i piccoli risparmiatori, a quanto pare è arrivata dal capo del FMI Christine Lagarde, ed è stata imposta ai ciprioti da Angela Merkel.

Si apre il sipario per Wolfgang Schäuble

Nelle negoziazioni successive, la questione non era piu' se i risparmiatori dovevano essere coinvolti, ma in quale misura. Dopo che il lato cipriota nella negoziazione aveva approvato una partecipazione del risparmiatore tutto sommato moderata, Wolfgang Schäuble ha preso la palla al balzo e ha messo di nuovo la pistola alla tempia di Anastasiades. Non si tratta piu' del 3.5% e del 7.5%, ma della somma complessiva da ricavare con la tassa speciale. I 7 miliardi di Euro decisi da Schäuble, corrispondono a quasi il doppio di quanto in precedenza era stato definito prelievo "moderato". Anastasiades è uscito dalla stanza arrabbiato e ringhiando: "state cercando di ucciderci".

Si apre il sipario su Jörg Asmussen

A questo punto entra in scena il membro del board BCE Jörg Asmussen e chiarisce ai ciprioti: in caso di un fallimento dei negoziati, la BCE a partire da martedi' è pronta a chiudere la sua linea di credito per le due banche cipriote piu' grandi. Decisione che avrebbe portato il sistema bancario cipriota al crollo immediato. Il governo cipriota non aveva alcuna scelta - bere o affogare.

Il risultato finale non getta una buona luce sul presidente cipriota. La partecipazione dei piccoli risparmiatori alla tassa speciale non è stata in realtà una richiesta specifica dei tedeschi, del FMI, dell'Eurogruppo o della BCE. A Cipro è stato richiesto "esclusivamente" di raccogliere 7 miliardi di Euro con una tassazione straordinaria. E questa somma si sarebbe potuta ottenere senza tanti problemi anche evitando la partecipazione dei piccoli risparmiatori. Secondo i calcoli di Barclays Capital, Cipro avrebbe potuto raggiungere i 7 miliardi di Euro anche senza tassare i depositi bancari sotto i 100.000 €, e tassando i depositi oltre i 100.000 € con un 15.5 % di prelievo.

E' stato il presidente Anastasiades a decidere se i piccoli risparmiatori dovevano essere coinvolti oppure se a partecipare dovevano essere i numerosi e facoltosi clienti russi. Anastasiades del resto non sarebbe stato un vero conservatore, appoggiato da Merkel in campagna elettorale, se avesse deciso difendere i piccoli risparmiatori e far pagare quelli grandi.
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Münchau: per difendere l'Euro presto serviranno i panzer


Wolfgang Münchau, nel suo commento su Der Spiegel, attacca la patrimoniale cipriota e con il solito ottimismo rilancia: siamo di nuovo nel pieno della crisi Euro e non si vedono vie di uscita. Presto i panzer nelle strade? Da Der Spiegel.


I Ministri delle Finanze europei hanno deciso di espropriare i clienti delle banche cipriote - è il peggiore degli incidenti possibili all'interno dell'unione monetaria. Chi continua ad affidare i propri risparmi ad una banca sud-europea deve essere alquanto ingenuo.

E' stata senza dubbio la decisione piu' stupida e pericolosa che i politici dell'Eurozona potessero prendere. Forse è accaduto perché si sono incontrati nelle prime ore del mattino ed erano molto stanchi. O forse perché nella sala c'erano troppi giuristi che hanno finito per concentrarsi solo sui dettagli tecnici perdendo di vista il quadro d'insieme. I Ministri delle Finanze europei hanno partorito troppo in fretta il pacchetto di aiuti a Cipro - scatenando un incendio.

Con la decisione di far pagare prima di tutto i piccoli risparmiatori ciprioti, i Ministri delle Finanze europei ci hanno riportato nella fase acuta della crisi Euro. Perché ora i risparmiatori, non solo a Cipro ma in tutto il sud-Europa, cercheranno in ogni modo di mettere i loro risparmi fuori dalla portata degli stati. Ulteriori espropri forzati sono una certezza. La minaccia è concreta anche in Spagna e Italia. L'assalto alle banche è iniziato.

L'errore fatale è stato il tentativo di aggirare la garanzia sui depositi con un trucco legale. La garanzia sui depositi aveva proprio lo scopo di evitare un assalto alle banche. In questo caso non era importante la natura giuridica della garanzia, se direttamente offerta dallo stato oppure da un fondo di solidarietà, piuttosto la sua credibilità.  A Cipro e ovunque nella zona Euro i depositi fino a 100.000 Euro sono assicurati. Se ora arriva lo stato e dice: scusateci, con un escamotage brillante vi prendiamo i soldi, di fatto una tassa sui patrimoni, viene meno la fiducia. Da un punto di vista giuridico, si passa da una garanzia sui depositi a un furto sui depositi.

I risparmiatori ritirano i loro depositi

Non sono stati presi in considerazione i segnali economici che una tale decisione avrebbe lanciato: il crollo dei mercati azionari, la caduta dell'Euro, la corsa dei risparmiatori a ritirare i loro risparmi. E' una reazione a catena.

Nel caso di Cipro - almeno temporanemente -  ci si è accordati su di una debole progressività. I depositi sotto i 100.000 Euro sono tassati con un'aliquota del 6.75 %, quelli superiori al 9.9%. E' uno scandalo che il presidente cipriota  Nikos Anastasiades si preoccupi solamente dei depositi con importi elevati. Lui ovviamente non voleva far arrabbiare i milardari russi e far fuggire coloro che avevano scelto Cipro come porto sicuro per il riciclaggio di denaro. E cosi' i piccoli risparmiatori hanno dovuto colmare il buco nato dall'evidente solidarietà fra il presidente Anastasiades e i criminali. 

Quello che mi fa arrabbiare ancora di piu' del comportamento scandaloso del Presidente, è la complicità dei Ministri delle Finanze europei. Avrebbero dovuto insistere per far applicare la tassa patrimoniale solo oltre i 100.000 € in modo da evitare il rischio contagio.

Io credo che da qui a mercoledi si raggiungerà un accordo su una franchigia oppure le cifre saranno riviste, in modo da avere il voto favorevole del parlamento di Nicosia. Il danno pero' è già stato fatto. Il mondo intero sa che i Ministri delle Finanze europei non hanno alcun problema nell'aggirare l'assicurazione sui depositi. L'inaspettata dichiarazione pubblica del capo dell'Eurogruppo Jeroen Dijsselbloem, secondo cui al momento non sarebbero in programma altre misure simili, parla da sé.

Reazione a catena, dopo Cipro, la Grecia, il Portogallo, la Spagna e poi l'Italia.

Le banche sono in difficoltà anche in Italia, Spagna, Portogallo e Grecia. Questi stati sono troppo deboli per garantire l'assicurazione sui depositi in maniera credibile. In Spagna già si parla di una partecipazione dei piccoli risparmiatori. Alla prossima opportunità si tirerà fuori dal cassetto il modello Cipro e si chiederà ai risparmiatori di passare alla cassa. Chi non ritira il proprio denaro dalle banche sud-europee, è davvero un ingenuo. 

Per ripristinare la fiducia dopo questo strappo, si dovrebbe fare un passo che a Berlino invece si vuole evitare. Si dovrebbe introdurre una garanzia sui depositi a livello europeo, soprattutto senza clausole scritte con caratteri piccoli. Non penso che il governo attuale sia disponibile. Non posso nemmeno credere che un governo guidato dalla SPD sarebbe pronto a farlo. 

E siamo di nuovo al punto in cui eravamo la scorsa estate, prima che Mario Draghi calmasse i mercati. Abbiamo di nuovo una reazione a catena, da Cipro verso la Grecia, poi il Portogallo, dopo la Spagna e quindi l'Italia.

E siamo di nuovo ad un bivio, uno di quelli che Angela Merkel voleva evitare. O facciamo un passo in avanti verso una vera unione bancaria - oppure un passo indietro via dall'Euro. Naturalmente non faremo né l'uno né l'altro, si cercherà ancora una volta di apettare. E con ogni ritardo il conto sarà sempre piu' salato.

I lettori di questa rubrica sanno che sostengo con convinzione l'Euro, compresi gli strumenti necessari per garantirne il successo. Ma prima o poi si arriverà al punto in cui non c'è piu' nulla di ragionevole nel tenere in piedi una valuta, se ai governanti  manca la volontà e la competenza per gestirla in maniera saggia.

Si avvicina il giorno in cui l'Euro potrà essere difeso solo con i panzer. E allora non varrà piu la pena difenderlo.