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giovedì 5 marzo 2020

Sahra Wagenknecht - Aiutiamoli a casa loro!

L'ottima Sahra Wagenknecht ci spiega perché aprire un'altra volta le frontiere, come  è già accaduto nel 2015, sarebbe un errore e perché invece questa volta sarebbe molto meglio aiutarli a casa loro. Dal profilo FB di Sahra Wagenknecht

Sarah Wagenknecht

L'accordo fatto con il padrino del terrorismo turco - ora presenta il conto. Da molti anni il governo tedesco sostiene la sporca guerra di Erdogan in Siria.

La Turchia ha ricevuto armi e soldi dalla Germania - che usa per combattere a fianco dei terroristi islamisti in Siria: contro i curdi o, come a Idlib, contro l'esercito siriano. Erdogan ha avuto un ruolo di primo piano nell'interminabile spargimento di sangue siriano e nel fatto che milioni di persone sono dovute fuggire dalla loro patria. E ora sta usando i rifugiati come un'arma per ottenere con il ricatto il sostegno della Germania e dell'UE nei confronti della sua sanguinosa politica.

Il governo turco ha attirato almeno 13.000 persone al confine greco e bulgaro con delle false notizie appositamente inventate, e in alcuni casi li ha persino trasportati lì con degli autobus appositamente noleggiati.



Erdogan gioca con delle scene spaventose: bambini dietro il fumo dei lacrimogeni, persone su gommoni traballanti. Queste immagini sono esattamente ciò di cui egli aveva bisogno. E cosa sta facendo la NATO, cosa stanno facendo Merkel e Maas? Esprimono il loro sostegno alla Turchia e accusano la Russia e la Siria di "palesi violazioni del diritto internazionale". Sì, è vero, le bombe sui civili devono essere condannate, indipendentemente da chi le lancia. Ma se i paesi della NATO, che nelle loro guerre non si preoccupano delle donne e dei bambini uccisi o mutilati, a Mossoul e Rakka hanno ucciso con la stessa brutalità di cui ora si lamentano a Idlib, se questi stati e i loro rappresentanti improvvisamente si riscoprono umanitari, allora si tratta di ipocrisia spudorata.

L'assassinio di massa deve finire! Ma soprattutto, il sostegno e il finanziamento dei terroristi islamisti in Siria deve essere fermato! È necessario un aiuto umanitario rapido per evitare che la situazione catastrofica peggiori ulteriormente. È vero che gli oltre tre milioni di rifugiati siriani che si trovano attualmente in Turchia, spesso in condizioni estremamente precarie, meritano prospettive migliori. Ma il semplice invito ad aprire le frontiere, che porterebbe inevitabilmente a una situazione come quella del 2015 e destabilizzerebbe completamente la nostra democrazia, a loro non servirebbe. Piuttosto, il governo tedesco dovrebbe finalmente iniziare una seria campagna per un cessate il fuoco a Idlib e per il ritiro dei terroristi islamisti, ma soprattutto per revocare le sanzioni economiche contro la Siria, che bloccano completamente la ricostruzione del paese. Sono soprattutto queste sanzioni che impediscono al popolo siriano di tornare a un livello di normalità nel loro paese devastato dalla guerra. La popolazione siriana, piuttosto, ha bisogno di aiuto e di sostegno per la ricostruzione, invece di un regime di sanzioni omicida. Solo allora la tragedia dei rifugiati siriani finirà.


domenica 8 settembre 2019

Intervista a Sahra Wagenknecht sul disastro elettorale della Linke e sulle ragioni del successo di AfD nell'est

Per Sahra Wagenknecht il grande successo di AfD nell'est nasce anche e soprattutto dal disastro elettorale del suo partito, la Linke. Ormai la Linke ha perso il contatto con i problemi del paese reale e nel vano tentativo di costruire una linea politica sulle banalità ecologiste dei ceti riflessivi urbani, ha regalato metà del suo elettorato storico ad AfD. Intervista a Sahra Wagenknecht sulla Märkischen Allgemeinen Zeitung


Frau Wagenknecht, la Linke domenica scorsa in Sassonia e Brandeburgo ha perso una marea di voti. Perché?

Wagenknecht: molti nostri ex-elettori evidentemente pensano che ci siamo allontanati dalla realtà quotidiana della loro vita, che non parliamo più la loro lingua. Ci considerano ormai come una parte dell'establishment verde e liberale. Chi nel complesso è soddisfatto può scegliere i Verdi, gli insoddisfatti cercano una voce diversa.

Si è parlato molto degli interessi della Germania orientale. Sono ancora così diversi da quelli occidentali?

Wagenknecht: i risultati non sono risultati specifici dell'est. AfD ha una percentuale di voti superiore alla media anche nelle regioni piu' in difficoltà dell'ovest. La differenza è che nell'est ci sono molte più  regioni di questo tipo, più persone che lavorano per un basso salario e che si sentono abbandonate dalla politica.

Qual è la ragione che ha spinto la Linke ad allontanarsi da loro?

Wagenknecht: in parte perché la Linke ha cercato di imitare i Verdi. La protezione del clima è importante anche per i nostri elettori, ma non come un tema di life-style da ricchi, ma come un tema relativo al nostro modo di pensare l'economia. Se il governo federale  discute una tassa sulla CO2, ma contemporaneamente è uno dei difensori più strenui dell'accordo di libero scambio con il Mercosur, che spinge i proprietari terrieri brasiliani a bruciare la foresta pluviale e ad aumentare massicciamente le emissioni globali di CO2, anche a causa dell'aumento dei volumi di trasporto, questa non è una politica climatica responsabile, ma un'ipocrisia climatica. E se ci sono anche parti della Linke che sostengono questa tassa sulla CO2, una tassa che colpirebbe duramente i pendolari e la classe media fuori dalle grandi città, non dovremmo essere affatto sorpresi che poi siano anche in molti a prendere le distanze dal nostro partito.

Qual'è stato il ruolo della Linke nel rafforzamento di AfD nell'est?

Wagenknecht: la responsabilità principale ce l'hanno i partiti di governo i quali hanno causato un profondo divario sociale e regionale all'interno del nostro paese. Nell'est non vi è mai stata un'economia sociale di mercato come quella vissuta dalla Germania occidentale fino all'inizio del millennio. La deindustrializzazione dell'Est si è orientata piuttosto al modello britannico: in brevissimo tempo centinaia di migliaia di posti di lavoro sono stati distrutti senza che nessuno si sia preoccupato della loro sostituzione. Oggi nell'est un dipendente su tre lavora nel settore a basso salario. Nelle aree rurali ancora oggi ci sono meno medici o collegamenti con i bus e persino una maggiore emigrazione rispetto a regioni comparabili dell'ovest. Questi sviluppi non sono stati causati dalla Linke, ma è vero che per molti anni siamo stati la voce del malcontento. Con l'alienazione dai nostri elettori tradizionali, abbiamo reso facile il gioco ad AfD. In questo senso, siamo corresponsabili del loro successo.

Qual'è la sua responsabilità come leader del gruppo parlamentare del Bundestag per il "disastro", secondo le parole usate dal copresidente Dietmar Bartsch per descrivere i risultati delle elezioni?

Wagenknecht: poiché i pessimi risultati elettorali della Linke fanno parte di una tendenza nazionale, tutti coloro che ricoprono posizioni di comando ne sono corresponsabili. Mi sono battuta per un altro corso politico, ma non ci sono riuscita. Devo incolpare me stessa per questo fallimento.

La discussione sull'orientamento della Linke e sul livello di apertura della società tedesca all'immigrazione è stata sospesa con una specie di tregua armata tra la leadership del partito e il vertice del gruppo politico. Sono questioni che devono essere ancora chiarite?

Wagenknecht: non si tratta solo del nostro atteggiamento nei confronti dell'immigrazione. La Linke essenzialmente deve chiarire per chi sta facendo politica: per la classe medio-alta istruita delle città o per coloro che devono lottare sempre più duramente per conquistare il loro piccolo pezzo di benessere? Se vogliamo raggiungere le persone anche al di là dell'ambiente metropolitano alla moda, dobbiamo prendere sul serio la loro visione delle cose, invece di voler insegnare loro come parlare e come pensare. Per la maggior parte delle persone, la patria è qualcosa di molto importante, danno valore ai legami sociali, alla coesione familiare e sociale. Il tema della sicurezza riguarda la sicurezza sociale, ma anche la protezione dal crimine. La crescente distanza da questo mondo si riflette anche nei nostri rapporti con gli elettori di AfD, che spesso e volentieri vengono generalmente etichettati come razzisti, anche se molti di loro prima votavano a sinistra. Se vogliamo tornare ad essere popolari, dobbiamo cambiare.

È possibile farlo con i due presidenti Kipping e Riexinger, oppure la Linke a livello federale ha bisogno di un ricambio ai vertici, oltre che di un riorientamento  strategico?

Wagenknecht: c'è una tendenza pericolosa. 5,5 % alle elezioni europee, ora la Sassonia e il Brandeburgo. Se lo relativizziamo e lo minimizziamo, invece di assumercene le responsabilità, a un certo punto potrebbe essere troppo tardi.

Ad ottobre vota la Turingia. Sarà un voto anche sull'unico primo ministro della Linke, Bodo Ramelow. Un dibattito all'interno del partito sarebbe una minaccia per la sua candidatura?

Wagenknecht: la Turingia è uno degli stati federali in cui, contrariamente alla tendenza nazionale, abbiamo ancora molto supporto e consenso. Bodo Ramelow è popolare, la gente sente che come Primo Ministro si è impegnato per i loro interessi. Se il partito federale segnalasse: abbiamo capito e cambieremo, ciò potrebbe essere di aiuto in Turingia.



venerdì 12 aprile 2019

"Il tasso di disoccupazione tedesco è troppo bello per essere vero"

Secondo la Linke e i sindacati tedeschi, dalle statistiche ufficiali sulla disoccupazione, ai minimi storici, mancherebbero circa 900.000 persone, sistematicamente ignorate dai dati ufficiali. Ne scrive MDR


Il tasso di disoccupazione tedesco è troppo bello per essere vero - afferma Matthias W. Birkwald, capogruppo della Linke in Commissione Lavoro e affari sociali al Bundestag. Dalle statistiche mancano infatti i disoccupati di lunga durata con piu' di 58 anni, i lavoratori in formazione e gli occupati a un euro l'ora.

"La cosa piu' assurda è che quando un disoccupato la mattina va al centro per l'impiego e si mette in malattia, allora scompare anche dalle statistiche sulla disoccupazione. Cioè, se uno è malato, ufficialmente non è più disoccupato. Lo trovo assolutamente sbagliato"


Matthias W. Birkwald, della Linke

Birkwald ha rifatto il calcolo. Il numero dei disoccupati, dice, è di circa 900.000 persone piu' alto rispetto al numero dichiarato ufficialmente. Di fatto, i diversi governi federali hanno rimosso molti gruppi di persone dalle statistiche.

La sottoccupazione inserita nelle statistiche

L'arbeitsamt nelle sue pubblicazioni è vincolato dalle direttive della politica. Nonostante ciò, ogni mese, fra le cifre pubblicate, fa intravedere che ci sono più disoccupati rispetto al numero ufficiale, come spiega la portavoce Susanne Eikemeier. Negli anni si è capito che le persone desideravano avere un'immagine più chiara della disoccupazione. "Abbiamo voluto soddisfare questa richiesta e dal 2010, abbiamo quindi iniziato a indicare la cosiddetta sottoccupazione", spiega Eikemeier.

Questa cosiddetta sottoccupazione riguarda anche le persone coinvolte nelle misure per il reinserimento nel mercato del lavoro. Vengono calcolati allo stesso modo anche i lavoratori con orario ridotto e i lavoratori autonomi che vivono con i sussidi pubblici per la creazione d'impresa.

Anche i sindacati chiedono un tasso di disoccupazione più trasparente

Per il presidente della DGB (confederazione sindacale) della Sassonia, Markus Schlimbach, questo numero non viene calcolato in maniera sufficientemente ampia da mostrare il tasso di disoccupazione reale. Egli chiede infatti che il dato ufficiale venga integrato con determinati gruppi. 

Ad esempio, per Schlimbach le cifre sulla disoccupazione sarebbero più realistiche se coloro che sono coinvolti in una misura di formazione fossero inclusi nelle statistiche. Perché anche loro sono in cerca di un lavoro e avrebbero il diritto di apparire nelle statistiche sulla disoccupazione. Per Schlimbach si tratta di una questione di trasparenza.

Linke: le statistiche sulla disoccupazione dovrebbero essere più comprensive

Il politico della Linke Matthias W. Birkwald, chiede invece che le statistiche sulla disoccupazione siano redatte nella maniera piu' ampia possibile. Bisognerebbe inoltre menzionare quante sono le persone che lavorano involontariamente solo part-time.

"È il momento di agire invece di usare i soliti trucchetti. Tutti i disoccupati non ancora conteggiati devono essere inclusi nelle statistiche ufficiali sulla disoccupazione in modo che questi dati possano indicare la disoccupazione reale"

Matthias W. Birkwald della Linke

Se si chiede ai partiti di governo cosa ne pensano, rispondono con il silenzio. Diversi politici dell'Unione e della SPD non hanno voluto commentare una riforma dei metodi di calcolo.

L'ultima volta in cui c'è stata un po' di onestà fu nel 2005. Il governo di Gerhard Schröder incluse centinaia di migliaia di beneficiari di welfare nelle statistiche. Per la sua SPD fu uno smacco, perché sulla carta il numero ufficiale dei disoccupati fece da un giorno all'altro un balzo enorme.





domenica 7 aprile 2019

Intervista a Sahra Wagenknecht: "dobbiamo aiutarli nel loro paese"

"Non puoi pretendere di avere uno  stato sociale forte e allo stesso tempo dare la possibilità ad ogni abitante della terra di poter ricorrere alle sue prestazioni", dice Sahra Wagenknecht, capogruppo della Linke al Bundestag e leader del movimento Aufstehen, intervistata dalla Neue Osnabrücker Zeitung.


NOZ: Frau Wagenknecht, Lei recentemente ha annunciato il suo ritiro dalla prima linea del gruppo parlamentare della Linke in quanto si sentiva "esausta". Quanto si sente liberata oggi dopo questa scelta? 

Wagenknecht: mi sento molto meglio, non soffro piu' per l'estrema pressione, anche se ho ancora un numero relativamente grande di appuntamenti, ovviamente, perché per ora resto il capogruppo. E anche dopo di ciò resterò attiva politicamente, perché ovviamente non mi è indifferente in quale direzione si sviluppa la politica del nostro paese. Voglio solo essere coinvolta su un altro livello, tornare a scrivere di più, portare nuove idee nel dibattito.

NOZ: perché lo stress è diventato così grande? E' stato per la leadership del gruppo parlamentare e per la contemporanea fondazione di "Austehen"? O le lotte di potere interne le sono costate uno sforzo eccessivo?

Wagenknecht: tutto è arrivato insieme. "Austehen" per me è stata un'esperienza molto emozionante, è stato qualcosa di completamente nuovo e ho visto come molte persone che fino ad allora non erano mai state coinvolte dalla politica, improvvisamente si sono impegnate con una grande passione. Ecco perché questo movimento, nonostante tutte le difficoltà iniziali, ha una prospettiva per il futuro. Naturalmente c'è stato molto lavoro, oltre alla presidenza del gruppo parlamentare. E a ciò si aggiungono gli estenuanti conflitti nel partito. Ad un certo punto ero così esaurita da non poter piu' andare avanti.

NOZ: dicono che lei intenda restare una "donna impegnata in politica". Dove sarà il baricentro del suo lavoro?

Wagenknecht: se si guarda allo sviluppo della nostra società, bisogna avere paura del futuro, a causa del modo in cui molte questioni vengono trascurate e per la quantità di temi su cui ci si muove nella direzione sbagliata. Ciò riguarda ad esempio le tecnologie digitali utilizzate per spianare la strada al pericoloso capitalismo della sorveglianza. Oppure il continuo spreco di risorse naturali da parte dell'economia usa e getta. E riguarda anche la questione sociale in maniera abbastanza centrale. Tutti sanno che la società è profondamente divisa, socialmente, ma anche culturalmente. Ci sono ambienti diversi che non si incontrano quasi mai e hanno sempre meno da dirsi. Cosi' crollano la coesione sociale e la democrazia.

NOZ: recentemente ha chiesto che ad Amburgo i proprietari di immobili vengano espropriati. Perché è così radicale?

Wagenknecht: il termine espropriazione richiama alla mente l'arbitrarietà dello stato e l'ingiustizia. Ma se si guarda più da vicino, oggi nel settore immobiliare  abbiamo già ogni giorno degli espropri, cioè quelli degli inquilini. Gli investitori finanziari acquistano centinaia di migliaia di case e aumentano i canoni di affitto per pagare rendimenti a due cifre agli azionisti. Per "Deutsche Wohnen", ad esempio, il rendimento attuale è del 18%. Negli immobili invece, gli investimenti necessari spesso vengono omessi e le modernizzazioni di lusso vengono utilizzate per sfrattare migliaia di famiglie a basso reddito. Il diritto elementare all'abitazione è diventato un oggetto speculativo. Tutto ciò deve essere fermato. I beni di base come l'alloggio, la salute e l'assistenza non appartengono ai cacciatori di rendite senza remore. Questi sono beni pubblici. E laddove la proprietà è utilizzata a scapito della collettività, la Legge fondamentale prevede espressamente la possibilità di un'acquisizione da parte del settore pubblico.

NOZ: un altro problema oggetto di discussione: nel dibattito sui rifugiati lei hai parlato dei limiti dell'accoglienza. A differenza di molti altri uomini e donne di sinistra, lei continuerà a lottare per un corso più restrittivo in materia di politica migratoria?

Wagenknecht: i perseguitati hanno diritto alla protezione e il diritto di asilo non deve essere toccato. Ma quella di voler combattere la povertà nel terzo mondo promuovendo la migrazione è una grande bugia. Accade esattamente il contrario. Perché non sono i più poveri a lasciare i loro paesi, ma piuttosto la classe media e i più istruiti. In quei paesi ciò accresce la povertà locale, mentre da noi viene fornita alle imprese una manodopera a basso costo e quindi si mettono sotto pressione i salari.

NOZ: e quindi?

Wagenknecht: invece di dire: chiunque vuole può venire in Germania, dobbiamo aiutare le persone in quei paesi. Dobbiamo smettere di danneggiare le economie dei paesi in via di sviluppo con le nostre politiche agricole e commerciali. Per inciso, non puoi pretendere di avere uno  stato sociale forte e allo stesso tempo dare la possibilità ad ogni abitante della terra di poter ricorrere alle sue prestazioni. I problemi connessi con l'elevata immigrazione, inoltre, devono essere discussi apertamente invece di essere considerati un tabù. E' ciò ha reso forte AfD.

NOZ: e il suo partito è d'accordo?

Wagenknecht: qualcosa è cambiato. Sulla questione dell'asilo c'è comunque consenso. E sulla questione della migrazione di manodopera condividiamo le critiche della DGB (confederazione sindacale) in merito al fatto che l'immigrazione nel settore a bassa retribuzione è un problema, perché facilita la compressione salariale. Questo è esattamente ciò che è accaduto con la cosiddetta "legge per l'immigrazione dei lavoratori qualificati", perché al di sopra di un certo reddito, l'immigrazione nel mercato del lavoro già oggi è possibile senza problemi.

NOZ: ma ci sono dei critici all'interno del suo stesso partito. Lei viene accusata di essere vicina ad AfD.

Wagenknecht: questo genere di diffamazioni impediscono un dibattito oggettivo. Si tratta di un fenomeno ampiamente diffuso anche in altri partiti, non solo nel nostro. Se metti nell'angolo dei nazisti tutti coloro che sull'immigrazione chiedono una visione diversa, allora non capisci che questo è esattamente il modo migliore per rafforzare i partiti di destra. Molte persone in tali dibattiti si sentono trattate con un certo disprezzo. E se gli ripeti più e più volte che a causa delle loro opinioni sono dei "razzisti", allora a un certo punto si identificheranno con questa opinione e alla fine per rabbia voteranno effettivamente AfD.

NOZ: i partiti di sinistra sono ancora abbastanza vicini alla loro base? Oppure hanno perso il contatto?

Wagenknecht: la politica di sinistra deve in primo luogo essere una politica per le persone comuni e per i piu' poveri: per i lavoratori qualificati, per i piccoli lavoratori autonomi, ma soprattutto per i milioni di lavoratori del settore a basso salario - ma anche per chi ha una bassa pensione, o per chi ha paura di riceverne una molto bassa. Se la sinistra perde questa base, perde il suo diritto ad esistere. Essere di sinistra significa combattere i mali sociali, e non prendersi cura di un particolare Lifestyle che potrebbe anche essere abbastanza elitario. Il negozio di alimenti biologici se lo può permettere solo chi guadagna bene, e chi può pagarsi un appartamento in una zona costosa del centro città, per il quale di solito è anche facile andare a lavoro in bicicletta. E' piu' facile vivere in maniera "cosmopolita" se conosci il mondo, perché puoi permetterti di viaggiare. Se i tuoi figli vanno in una scuola in cui l'80% degli alunni della prima classe non parla una parola di tedesco, allora probabilmente penserai che la diversità non sia necessariamente un arricchimento.

NOZ: i Verdi hanno appena dimostrato quanto possa avere successo un partito quando conduce compatto una guerra di trincea e quando si concentra su obiettivi comuni. Anche le sinistre hanno bisogno di nuove figure al vertice che ne favoriscano l'integrazione?

Wagenknecht: i Verdi conducono le loro lotte, che come tutti i partiti hanno, al loro interno: questa è una decisione saggia, e su questo punto la sinistra può imparare molto da loro. Allo stesso tempo però, i Verdi dal punto di vista programmatico sono diventati completamente irrilevanti. Il loro picco nei sondaggi non deriva dal successo del loro profilo politico, ma soprattutto dalla debolezza degli altri partiti. Per molte persone la SPD e l'Unione semplicemente non sono più votabili, e per i milieau metropolitani, i Verdi rappresentano una valida alternativa. Se la SPD si fosse riorganizzata con delle personalità convincenti ai vertici, e se si impegnasse in maniera credibile in favore del progresso sociale, il boom dei Verdi finirebbe alla svelta.

NOZ: finora lei è stata scettica o addirittura ostile nei confronti di una cooperazione rosso-rosso-verde. Vede ora qualche spazio di manovra in piu', visto che la SPD sta portando avanti la pensione di base e una riforma delle leggi Hartz?

Wagenknecht: ho sempre desiderato un governo con un profilo maggiormente sociale. E sì, la SPD  finalmente ha fatto dei passi nella direzione giusta. A proposito, la pensione di base proposta era già esistita, e allora si chiamava "pensione sulla base dei punti di reddito minimo". In tal senso il teatro messo in piedi dall'Unione è abbastanza disonesto. È anche positivo che la SPD stia finalmente discutendo del superamento di Hartz IV, il quale ha brutalmente espropriato milioni di persone. Tuttavia, per molti elettori, la SPD diventerà credibile in termini di una maggiore giustizia sociale solo se riuscirà a portare al vertice persone che non sono legate ad anni di collusione nella grande coalizione.

NOZ: se si guardano i numeri dei sondaggi della SPD e della Linke, lo Zeitgeist attuale è tutto fuorché di sinistra...

Wagenknecht: abbiamo sicuramente uno Zeitgeist sociale. C'è un'ampia maggioranza in favore di più uguaglianza sociale, salari migliori, pensioni più alte. I socialdemocratici tuttavia per molti anni nella realpolitik hanno fatto il contrario. E la Linke si è parzialmente allontanata dalle classi più povere perché ha smesso di parlare la loro lingua e viene percepita come professorale e altezzosa. Entrambi i partiti devono cambiare in modo da poter riconquistare una maggioranza di sinistra al Bundestag.

NOZ: che ne sarà di "Austehen" ora? Recentemente c'è stato uno scontro e i vertici del movimento sono stati accusati di aver fallito

Wagenknecht: alcuni mi hanno incolpato di non aver discusso il mio ritiro con i vertici. Ma quello è stato il risultato della mia malattia prolungata, semplicemente non c'è stato modo di farlo. E a prescindere dalla mia situazione personale, resto sulle mie posizioni: i politici di professione ora devono ritirarsi e affidare la responsabilità della guida agli attivisti della base. Nel frattempo è diventato chiaro: le migliaia di persone attive in "Austehen" credono nel progetto e vogliono continuare. E naturalmente anche io continuerò a sostenere il movimento.

NOZ: Oskar Lafontaine ha lamentato la mancanza di apertura da parte degli altri partiti nei confronti del movimento. Non è forse l'inizio della fine per Aufstehen?

Wagenknecht: no. Abbiamo bisogno di un movimento sociale. I progetti non sono finiti, al contrario. Certo, è stato deludente il fatto che i partiti si siano chiusi ermeticamente. Invece di approfittare dell'opportunità implicita in un movimento di 160.000 persone, i leader di partito ovviamente non hanno sentito alcun bisogno di riposizionarsi, sebbene non riescano piu' a raggiungere gran parte del loro ex-elettorato. È triste.

NOZ: quindi Aufstehen potrebbe ancora contribuire a formare una nuova maggioranza politica?

Wagenknecht: io lo spero e spero anche che "Aufstehen" riesca a portare più gente nelle strade, come accade in Francia con i Gillet Jaunes. Allora la pressione sarebbe molto più forte - sia sui partiti che sulla politica.

NOZ: un altro sguardo oltre i confini. L'immigrazione e il nazionalismo restano grandi questioni anche in vista delle elezioni europee. Quali strategie consiglia di seguire?

Wagenknecht: l'Unione europea deve finalmente interrogarsi. Se molte persone considerano l'Unione europea prima di tutto come un'associazione per le grandi aziende e le banche, non sorprende allora che in molti le stiano voltando le spalle. Abbiamo bisogno di un'Unione europea che promuova la sicurezza sociale e un'economia sostenibile piuttosto che essere un motore per le privatizzazioni, i tagli al welfare e il lobbismo. L'UE nell'ultima crisi ha sostenuto le banche con miliardi di euro, ma se un piccolo comune vuole sovvenzionare i prezzi dei biglietti del trasporto locale, viene sanzionato perché è considerato un aiuto di stato. Molti politici tuttavia non hanno capito niente. L'onorevole Kramp-Karrenbauer, ad esempio, recentemente ha affermato che ciò di cui la coesione europea oggi ha bisogno è una bella portaerei franco-tedesca per le future guerre comuni. Tanta perdita di contatto con la realtà può farti restare senza parole...
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venerdì 14 dicembre 2018

Perché in Germania chi lavora nella consegna dei pacchi spesso fa la fame

Che le condizioni lavorative per chi è impiegato nella consegna dei pacchi non fossero buone lo si sapeva, ora lo certificano anche i dati della Bundesagentur für Arbeit. Ne parla la Süddeutsche Zeitung facendo riferimento ad un'interrogazione del parlamentare Pascal Meiser della Linke.


lavoro consegna pacchi per dhl

  • Nei servizi di consegna solo il 30 percento dei dipendenti ha svolto un tirocinio; il settanta per cento sono aiutanti senza formazione, per la maggior parte a tempo parziale o con un mini-job.
  • Oltre la metà degli aiutanti resta sotto la soglia della bassa retribuzione, ossia riceve in media meno di 10,50 € all'ora.
  • In realtà, la situazione probabilmente è anche peggiore. Perché la statistica non copre gli autisti indipendenti o addirittura i finti autonomi.



Guidano per ore, consegnando i pacchi fino sui tetti - e non di rado devono tornare perché non hanno trovato nessuno: secondo i dati della Bundesagentur für Arbeit più di 490.000 persone in Germania lavorano nei servizi postali e in quelli per la consegna. Ma soprattutto, per far arrivare in tempo i regali le società di consegna pacchi prima di Natale assumono migliaia di dipendenti. Il boom del commercio online ha creato molti posti di lavoro nella logistica, ma spesso le condizioni sono miserabili.

Solo il 30 percento dei dipendenti del settore ha terminato un periodo di formazione come lavoratore qualificato per i corrieri, i servizi espressi o postali. Il settanta per cento sono aiutanti senza formazione, per la maggior parte a tempo parziale o con un mini-job. Sono i dati contenuti nella risposta della Arbeitsagentur ad una interrogazione del parlamentare della Linke al Bundestag Pascal Meiser. Secondo i dati un aiutante a tempo pieno guadagna in media 2.044 euro lordi al mese. Più della metà rimane al di sotto della soglia del basso salario, e in media viene pagato meno di € 10,50 l'ora.




"Trovo inaccettabile che molti dipendenti vengano liquidati con una bassa retribuzione per un lavoro così duro", afferma Meiser. Anche se i lavoratori qualificati lavorano a condizioni migliori: due terzi sono impiegati a tempo pieno e guadagnano in media 2.601 euro lordi al mese. Cioè il 19 per cento in meno rispetto alla media tedesca. In realtà, la situazione probabilmente è ancora peggiore. La statistica non copre gli autisti indipendenti o addirittura autonomi. "Nella fornitura di servizi di consegna inoltre c'è un numero crescente di subappaltatori esteri  con salari ancora più bassi", ha affermato Meiser. Il sindacato Ver.di ha rilevato in Germania un numero crescente di guidatori dall'est Europa.

In effetti, la DPD fa consegnare quasi tutti i pacchi da dei subappaltatori. Da Hermes solo il cinque percento dei corrieri lavora direttamente per l'azienda. Solo Deutsche Post e UPS fanno consegnare la maggior parte dei pacchi dai propri dipendenti.

In tempi di piena occupazione, tuttavia, per i servizi di consegna pacchi è sempre più difficile trovare dei conducenti. In molte zone sono costretti ad aumentare i salari. Questo è uno dei motivi per cui DPD ed Hermes dal prossimo anno aumenteranno le spese di spedizione. Hermes vuole pagare i subappaltatori abbastanza da fare in modo che questi possano offrire almeno 9,50 euro l'ora a tutti i corrieri, vale a dire un po' più del salario minimo di 8,84 euro lordi l'ora.




I servizi di consegna pacchi tuttavia sottolineano che non è consentito dettare ai propri subappaltatori con esattezza la paga oraria da corrispondere ai vettori. Le società seguirebbero i casi sospetti, solo nei casi in cui ai dipendenti dei subappaltatori non venga pagato nemmeno il salario minimo. Il sindacato Ver.di sottolinea inoltre che molti conducenti stranieri sono a malapena a conoscenza dei loro diritti in Germania.

Il sindacato chiede che lo stato aumenti i controlli sul rispetto del salario minimo di legge e degli orari di lavoro da parte delle aziende del settore. Inoltre Ver.di suggerisce che siano i servizi di consegna stessi ad essere responsabili per il pagamento da parte dei loro subappaltatori dei contributi per la sicurezza sociale dei vettori - come avviene comunemente nel settore delle costruzioni e della carne.

venerdì 23 novembre 2018

Oskar Lafontaine: la nuova legge sull'immigrazione è colonialismo allo stato puro

Oskar Lafontaine, il leader storico della sinistra tedesca, commenta la nuova legge sull'immigrazione fortemente voluta da CDU e SPD. Un ottimo Lafontaine dalla sua pagina FB


La nazionalista dell'occupazione

"Fare l'interesse tedesco significa pensare sempre anche agli altri...oppure uno appartiene a quelli che pensano di poter risolvere tutto da soli e quindi devono pensare solo a se stessi. Questo è nazionalismo nella forma più pura", ha detto Angela Merkel oggi al Bundestag indirizzando le sue parole ad AFD.


Chi scava una fossa per gli altri, alla fine sarà lui stesso a finirci dentro. Questa saggezza popolare viene confermata ancora una volta da Angela Merkel. La Germania vende agli altri paesi piu' beni di quanti non ne acquisti da quei paesi. La Germania pensa quindi prima di tutto a se stessa ed esporta disoccupazione. Questo è il motivo per cui la metà del mondo si lamenta per il nazionalismo dell'export tedesco.

Non impressionati da tutto ciò, l'economia tedesca da anni continua a lamentarsi a causa della presunta carenza di lavoratori qualificati. E apparentemente non sembrano essere infastiditi dal fatto che nel suo rapporto di giugno sulla "scarsità di manodopera specializzata" la Bundesagentur für Arbeit scriveva chiaramente: "in Germania non si può ancora parlare di una carenza generalizzata di manodopera qualificata". Che succede allora? L'economia tedesca ha bisogno di manodopera a basso costo, che negli ultimi anni è arrivata dall'Europa, soprattutto dall'Europa dell'Est. Con la nuova legge sull'immigrazione potranno arrivare in Germania sempre piu' "lavoratori specializzati" provenienti dai paesi in via di sviluppo.

A ottobre in Germania c'erano 2,2 milioni di persone registrate come disoccupate. Se si includono quelli che non compaiono nelle statistiche ufficiali - disoccupati di lunga durata sopra i 58 anni, quelli coinvolti in misure formative e quelli temporaneamente malati - si arriva a oltre 3,1 milioni di disoccupati.

Gli effetti devastanti del nazionalismo dell'occupazione tedesco sono evidenti nel settore sanitario. Già ora, secondo l'Organizzazione Mondiale della Sanità, in quasi la metà dei paesi del mondo non viene garantita nemmeno l'assistenza sanitaria di base. Gli scienziati dell'Università di Harvard hanno calcolato che nei paesi più poveri anche un solo medico in piu' ogni 1.000 abitanti basterebbe a ridurre la mortalità infantile del 15% a medio termine e del 45% nel lungo termine. I paesi ricchi dovrebbero quindi fare in modo che vi sia più personale medico e non fare il contrario, cioè andare lì a reclutare medici e infermieri.

Questo vale anche per molti altri mestieri. I paesi poveri non hanno nulla di piu' prezioso di una forza lavoro ben istruita. Ma ora il ricco nord del mondo vorrebbe derubare questi paesi, non solo delle materie prime, ma anche delle poche persone istruite. Questo è colonialismo nella sua forma più pura.

Molti parlamentari del Bundestag tedesco, di tutte le forze politiche, sostengono questo nazionalismo dell'occupazione, perché guardano solo agli interessi dell'economia tedesca. Non si accorgono affatto di ciò che stanno facendo alle persone provenienti dai paesi piu' deboli d'Europa e del mondo. Oppure li rassicura il fatto che i lavoratori in questo modo potranno inviare denaro alle loro famiglie.

Come se non bastasse si danno anche una pacca sulla spalla per celebrare il loro umanesimo e internazionalismo.

Forse, dopo Macron, dovrebbero invitare a parlare Bernie Sanders: "L'immigrazione dei lavoratori non aiuta né i più deboli nei paesi d'origine, né i più deboli nei paesi di arrivo".



giovedì 25 ottobre 2018

Sahra Wagenknecht - Se vogliamo salvare l'Europa dobbiamo sostenere la battaglia del governo italiano

Sahra Wagenknecht, capogruppo della Linke al Bundestag, intervistata da Deutschlandfunk, esprime un sostegno convinto nei confronti della battaglia del governo italiano contro le tecnocrazie di Bruxelles: se vogliamo salvare l'Europa dobbiamo sostenere il governo italiano e difendere la sovranità dei parlamenti nazionali. Da Deutschlandfunk.de, un'ottima Sahra Wagenknecht



DLF: Frau Wagenknecht, Roma è sul banco degli imputati. È giusto secondo lei?

Wagenknecht: beh, vorrei dire che non ho molta simpatia per il signor Salvini. Ma non è questo il punto. Questo è un governo democraticamente eletto. La legge di bilancio riguarda la sovranità dei parlamenti. E se vuoi distruggere l'UE, allora devi fare esattamente quello che sta facendo Bruxelles.

Inoltre bisogna anche parlare di quanto possa essere sensato costringere a fare ulteriore austerità un paese che da dieci anni attraversa una lunga crisi economica, un paese in cui il reddito pro capite è inferiore a quello precedente l'introduzione dell'euro, ovviamente ciò contribuisce a far crollare l'economia. Ecco perché penso si tratti di una decisione priva di senso.

DLF: allora, dal suo punto di vista, stiamo assistendo ad una protesta giustificata contro la politica di austerità di Bruxelles?

Wagenknecht: bisogna dare a questa proposta di bilancio un'occhiata un po' più da vicino. Dentro ci sono cose molto ragionevoli. Ad esempio, l'Italia ha un altissimo tasso di disoccupazione, in particolare un elevato tasso di disoccupazione giovanile, in alcune zone del 30, 40 per cento, soprattutto nel sud del paese, e un'assicurazione contro la disoccupazione molto povera, peggio anche dell'Hartz IV tedesco, per fare un confronto. Se in questo ambito si apportano  determinati miglioramenti, o se si migliora la legge per il prepensionamento, che in una situazione di elevata disoccupazione potrebbe essere un sollievo per molte persone, si tratta senza dubbio di una scelta ragionevole.

Ci sono alcune agevolazioni fiscali. A beneficiarne sono anche le persone ricche. Se ne puo' certamente discutere. Ma ancora una volta: penso che semplicemente non sia la Commissione europea ad avere il potere di decidere in merito alla legge di bilancio dei diversi paesi, perché in questo modo stiamo distruggendo l'UE. Gli italiani non vogliono essere governati da Bruxelles, e non vogliono nemmeno essere governati da Berlino. Stiamo dando ad un governo, e in particolare ad un partito nazionalista, che in realtà è davvero semi-fascista, e a un certo signor Salvini, un'ottima possibilità per profilarsi politicamente. Sicuramente nel suo paese in questo modo sta ottenendo degli ottimi risultati e non finirà certo in difficoltà.

DLF: Frau Wagenknecht, lei ora parla di immischiarsi negli affari dell'Italia. Bisogna tuttavia ammettere che queste sono esattamente le procedure sottoscritte dagli stati dell'UE, e cioè presentare il loro bilancio a Bruxelles per farselo approvare. Tutto ciò affinché la politica fiscale europea rimanga nel complesso stabile e quindi anche l'euro sia stabile, senza finire in un'altra crisi monetaria. Possiamo davvero dire che in questo caso l'Italia può comunque andare avanti?

Wagenknecht: in primo luogo, ci sono dei trattati europei. C'è un criterio del deficit del tre percento. L'Italia è al di sotto di esso.

La seconda è una questione di ideologia economica, secondo la quale anche se un paese è in crisi deve comunque risparmiare per ridurre il debito. Fatto che è stato più volte confutato. Le economie non sono una cosa cosi' semplice che se si risparmia, si riduce il debito, e se si aumenta la spesa, il debito sale. Sembrerebbe anche plausibile. Ma non funziona così, perché risparmiare o spendere ha delle conseguenze per l'attività economica. L'Italia per molti anni ha cercato di ridurre significativamente la spesa pubblica. Il debito continuava a salire mentre l'economia crollava. E anche questo non è un concetto molto ragionevole.

Bisogna dire: se vuoi spingere l'Italia fuori dall'euro - ed è quello che sta accadendo - devi fare esattamente cosi'.

DLF: allora non la preoccupa il fatto che l'Italia, stato membro dell'euro, abbia un debito pubblico che supera il 130 percento del PIL?

Wagenknecht: la questione è se si tratta solo del risultato della condotta di spesa del governo, o se invece è il risultato di una crisi economica che dura da anni. E direi che si tratta decisamente della seconda opzione.

Dobbiamo ovviamente anche parlarne a livello europeo. Se ora vuoi presentarti come il sommo sacerdote del debito pubblico basso, ma non sei stato in grado nemmeno di imporre un'azione a livello europeo, ad esempio per limitare il dumping fiscale delle imprese, cosa che sarebbe anche possibile, oppure imporre alcune regole che rendano piu' difficile per le persone molto ricche eludere il fisco, allora diventa tutto molto ipocrita. Troverei sensato, se ad esempio, in Italia dove c'è una grande ricchezza privata - che è cresciuta anche durante la crisi economica, e oggi ci sono più milionari di dieci anni fa - questa venisse tassata molto più severamente. Allora naturalmente si potrebbe ridurre anche il deficit pubblico. Ma non è che l'UE abbia mai fatto delle leggi che rendano tutto ciò piu' facile, anzi al contrario: le regole dell'UE rendono tutto più difficile. Proprio la Commissione europea con il signor Juncker ormai è la personificazione del dumping fiscale, soprattutto per le grandi imprese.

DLF: il dumping fiscale, Frau Wagenknecht, è un altro argomento. Voglio tornare ancora una volta a questo immenso debito pubblico. Secondo lei non è motivo di preoccupazione se uno Stato membro dell'area dell'euro ha così tanti debiti?

Wagenknecht: lei dice che il dumping fiscale è un altro problema. Il dumping fiscale e il debito pubblico sono due questioni fra loro strettamente collegate. Se sono proprio le grandi aziende a pagare poche tasse, oppure se nei singoli paesi sono i più ricchi quelli che pagano poche tasse, allora il debito pubblico naturalmente continuerà a crescere. L'intero dibattito in corso riguarda il fatto che l'Italia possa apportare dei limitati miglioramenti all'assicurazione contro la disoccupazione e alle pensioni. Il tema della discussione è del tutto sbagliato. Su questi temi, come ho detto, il governo italiano può ottenere consenso politico, proprio perché  sono misure molto popolari nel paese, e non per nulla l'ultimo governo su questi temi ha fallito e non è stato rieletto perché la gente è stanca di vedere che le cose vanno sempre peggio, stanca di trovarsi in una situazione di emergenza sociale e di avere una disoccupazione alta. Se si fanno solo annunci, senza miglioramenti sociali, questa è un'Europa che rinuncia ad ogni credibilità.

DLF: la Commissione europea dovrebbe forse dire che in futuro intendono rinunciare alla funzione di controllo dei bilanci nazionali, e che chiunque può decidere autonomamente?

Wagenknecht: io sono per un'Europa delle democrazie sovrane e democrazia significa: le persone votano per eleggere il loro governo. Significa anche naturalmente che nessun altro paese sarà responsabile per i debiti degli altri paesi. Inoltre non penso sia giusto nemmeno se un paese pesantemente indebitato finisce nei guai e ad essere salvate con il denaro dei contribuenti sono sempre e solo le banche. Ma in Europa abbiamo una costruzione problematica, in quanto questa ci porta sempre piu' verso una sospensione della democrazia, e ad una situazione in cui le persone possono votare chi vogliono, perché tanto alla fine saranno i tecnocrati di Bruxelles o addirittura il governo di Berlino ad avere l'ultima parola e a decidere in merito alle leggi di bilancio nazionali. L'Europa in questo modo non puo' funzionare.

DLF: ma l'Italia ora vorrebbe entrambi. L'Italia vuole decidere autonomamente sul proprio bilancio, senza l'ingerenza di Bruxelles, ma allo stesso tempo vuole rimanere nell'euro e in caso di emergenza, avere anche il sostegno degli altri paesi dell'euro. Possono stare insieme le due cose?

Wagenknecht: no, le due cose non stanno insieme. Ma se continuiamo così, faremo uscire l'Italia dall'euro. Non so nemmeno se vogliano rimanerci a tutti i costi. L'euro ha portato relativamente pochi vantaggi all'Italia.

DLF: bene. Il governo di Roma, almeno, dice che vogliono assolutamente restarci. Questo è stato confermato ancora una volta dal Primo Ministro.

Wagenknecht: finché sono dentro, devono dire cosi', perché altrimenti lo spread e la speculazione sui mercati finanziari assumerebbe forme estreme. È già ora siamo in una situazione in cui questi extra-rendimenti non vengono pagati a causa delle dimensioni del debito. I titoli italiani pagano un elevato premio al rischio perché si ipotizza che l'Italia potrebbe lasciare l'euro, e naturalmente si tratta di una speculazione molto pericolosa. Tuttavia, sono la Commissione europea e la Banca centrale europea a gettare altra benzina sul fuoco. Voglio dire, per molti anni ha acquistato obbligazioni governative in una dimensione che, a mio avviso, non era affatto giustificata. Ma ora lancia un segnale di stop e, naturalmente, i rendimenti salgono.

Ancora una volta: se vogliamo che l'euro funzioni, allora deve funzionare su basi democratiche. E naturalmente, se la democrazia negli Stati membri è sospesa, il risultato in Europa sarà una crescente sensazione di frustrazione e di rifiuto, e l'affermazione del signor Salvini il quale non è certo conosciuto come un fervente sostenitore dell'Europa. Ci sono tuttavia altre opzioni, ovviamente, ma bisogna vedere se c'è la volontà di sostenerle e promuoverle. 

DLF: Sahra Wagenknecht, è il capogruppo della Linke al Bundestag. Grazie per il suo tempo questa mattina.


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venerdì 17 agosto 2018

Sahra Wagenknecht: "le autostrade tedesche saranno la mucca da mungere per i profitti dei privati"

Qual'è il legame fra la crisi dell'euro e la futura privatizzazione delle autostrade tedesche? A causa dei bassi tassi di interesse le assicurazioni sulla vita tedesche sono alla ricerca di un business semplice e pulito con il quale garantirsi una certa redditività per far fronte agli impegni nei confronti degli assicurati. Le autostrade in Germania sono ancora pubbliche e la loro privatizzazione al momento non è politicamente sostenibile, tuttavia con la riforma costituzionale del giugno 2017 di fatto il governo della Große Koalition è andato in soccorso del settore finanziario dando avvio al processo di privatizzazione delle autostrade. Ad opporsi al progetto di riforma costituzionale al Bundestag nel giugno 2017 c'era una battagliera Sahra Wagenknecht, con un discorso di grande impatto. Ne parlava RT Deutsch


Il Bundestag ha dato luce verde alla riforma costituzionale che secondo i critici darà avvio alla privatizzazione delle autostrade. Fra gli oppositori della riforma c'è anche Sarah Wagenknecht della Linke che nel suo discorso al Bundestag non le manda a dire.

Giovedi' il Bundestag ha approvato 13 emendamenti costituzionali con la necessaria maggioranza dei due terzi. Fra gli emendamenti approvati c'è anche la riforma delle autostrade con la quale si trasferiscono le competenze dalle regioni al governo federale e che di fatto apre la strada alla privatizzazione delle autostrade. Su un totale di 603 deputati, 455 hanno votato a favore del pacchetto di leggi, ne servivano almeno 420. Mentre 61 parlamentari si sono astenuti, 87 hanno votato contro. Nei partiti di governo 47 deputati non hanno votato a favore dell'iniziativa di legge della Grosse Koalition. 

Il dibattito che ha preceduto il voto si è fatto vivace quando Sarah Wagenknecht della Linke si è presentata davanti al leggio. Invano il suo partito aveva chiesto con un emendamento di escludere la privatizzazione delle autostrade dalla modifica della legge costituzionale. Con il pacchetto dei 13 emendamenti costituzionali, secondo la Linke, il federalismo sarà minato alla base e si aprirà la strada a una "nuova privatizzazione su larga scala delle funzioni pubbliche". Wagenknecht ha definito il pacchetto legislativo come un "regalo d'addio avvelenato" della Grosse Koalition. Ha anche espresso l'augurio che quanti piu' elettori possibili "possano almeno assistere a questo gioco falsato".

Il discorso del capogruppo della Linke è stato accompagnato da interruzioni, commenti per niente qualificati e risate di derisione dalle fila dei partiti di governo - sembrava come se alcuni parlamentari avessero confuso il Parlamento con un tavolo da osteria. Queste le parole a loro indirizzate:

"Il fatto che l'aula sia cosi' rumorosa mostra quanto siete toccati dall'argomento. Lo sapete bene, state ingannando l'opinione pubblica"

Con la riforma costituzionale, la rete autostradale in futuro diventerà "la mucca da mungere per i profitti dei privati". Con l'inserimento in Costituzione dei partenariati pubblico-privati (ÖPP) le banche e le assicurazioni otterranno delle opportunità di investimento "lucrose e prive di rischio".

Con i sostenitori di questa legge di privatizzazione mascherata, la leader dell'opposizione è stata molto dura:

"Ovviamente i desideri di redditività di Allianz e degli altri gruppi finanziari sono molto piu' importanti degli interessi dei cittadini - non si puo' trarre altra conclusione. Cio' accade in un quadro in cui queste imprese nel nostro paese hanno un potere enorme. Imprese che vi fanno avere con regolarità delle generose somme di denaro a titolo di donazione e che da molto tempo fanno pressione affinché lo stato possa sovvenzionare i loro profitti".

Per questo sempre piu' cittadini ritengono che la politica sia "una manifestazione sempre piu' corrotta". Wagenknecht ha parlato di "contratti vessatori per saccheggiare i contribuenti" e di un "pantano fatto di lobby, facili truffe e inganni senza freni nei confronti dell'opinione pubblica". Ha anche accusato la SPD di volersi dedicare all'inganno con una "particolare intensità". 

Per il trasferimento delle competenze al governo federale i Laender avrebbero ricevuto "tangenti" per un valore complessivo di 9 miliardi di euro. Il gruppo parlamentare della Linke non intende partecipare "all'aggressione nei confronti del portafoglio degli automobilisti e dei contribuenti", cosi' Wagenkneckt verso la fine del suo discorso. "Per questo votiamo no alla legge".

Il Discorso completo:

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