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sabato 26 novembre 2016

E' iniziata la fine dell'egemonia tedesca in Europa?

Su Telepolis un'analisi dello scontro in corso fra il Ministro delle Finanze Schäuble e la Commissione Europea: la distanza non è mai stata cosi' ampia, sta per finire l'egemonia tedesca in Europa? Cristoph Stein su Telepolis


Lo scontro fra la Commissione UE e il governo tedesco cresce di tono. Quanto è profonda la frattura.

Cresce lo scontro fra la Commissione UE e la Germania, o meglio con il Ministro delle Finanze tedesco, sui principi di fondo della politica economica. Si parla di "superamento delle competenze" e di "violazione del diritto europeo".

Il Ministro delle Finanze tedesco ha criticato con forza la richiesta della Commissione UE di rilanciare la crescita in Europa attraverso una maggiore spesa pubblica. Ha accusato le autorità di Bruxelles di aver oltrepassato le loro competenze e di violare il diritto europeo. Il loro compito dovrebbe essere quello di esaminare i progetti di bilancio dei paesi europei secondo i criteri del Patto di Stabilità, e non secondo gli spazi fiscali disponibili. "Per fare questo non ha un mandato". 

Reuters

Schäuble, come racconta die Welt, ha alzato la voce "in un documento interno inviato alla Commissione UE". Si parla di una "lettera dai toni duri e molto urgente".

Nel dibattito sul bilancio del Ministero delle Finanze tenutosi il 22 novembre al Bundestag, Schäuble ha ripetuto la sua critica alla Commissione, questa volta pero' espressa in maniera un po' piu' pacata:

Il problema non è che riceviamo una raccomandazione, che magari non ci piace. Tali raccomandazioni vanno bene. E' normale, e ci sono naturalmente opionioni diverse sull'argomento. Il problema è che le raccomandazioni distraggono la Commissione dal suo vero compito, vale a dire valutare se i bilanci e i budget dei singoli paesi europei rispettano le regole europee. Questo è il vero compito della Commissione. E' il presupposto affinché la zona Euro possa rimanere stabile. Con queste raccomandazioni la Commissione non adempie il suo mandato, ma fa piuttosto il contrario, per questa ragione dobbiamo prendere posizione" 

Wolfgang Schäuble nel suo discorso di martedi' al Bundestag

Che cosa era accaduto? La Commissione il 16 Novembre aveva pubblicato il suo "Semestre europeo per il coordinamento delle politiche economiche nel 2017", il rapporto annuale sui programmi di bilancio e di riforma degli stati UE. Il documento segna un allontanamento dai rigorosi percorsi di risanamento e uno spostamento verso una politica fiscale piu' espansiva. La critica si è concentrata sulla Germania e il suo schwarze Null (pareggio di bilancio):

Il semestre europeo 2017, che inizia oggi, per l'Europa sarà fondamentale nel quadro di un cambiamento economico e sociale. Io credo che ce la possiamo fare. Per questo la Commissione raccomanda una politica fiscale positiva, da un lato per rafforzare la ripresa economica e dall'altro per sostenere la politica monetaria della BCE, che non può' essere lasciata da sola. Ogni stato membro deve fare la sua parte: quelli che se lo possono permettere dovranno investire di più', mentre quelli che hanno un minore spazio fiscale di manovra dovranno attuare riforme e un consolidamento fiscale favorevole alla crescita"

 Jean-Claude Juncker, presidente della Commissione

A quanto pare la Commissione non si considera piu' solo come un organo di controllo sul mantenimento dei criteri di stabilità previsti dai trattati europei e sui livelli di indebitamento, ma come il guardiano della politica economica e della congiuntura europea.

Politica economica? Una parola che da molto tempo non si sentiva piu', almeno in Germania. Ma che questo concetto sia usato per parlare di una "politica di bilancio positiva", e cioè' un programma di investimenti finanziati a debito, viola tutti i principi che secondo Schäuble dovrebbero regolare l'Europa.

Tuttavia la Commissione fa un ulteriore passo in avanti: un passaggio in particolare deve aver seccato Schäuble, vale a dire quando parla come una sorta di super Ministero delle Finanze europeo:

Per valutare la situazione attuale, la zona Euro deve essere osservata nella sua totalità - come se ci fosse un Ministero delle Finanze europeo - e la sua politica fiscale deve essere presa in considerazione nel suo complesso.

La pretesa della Commissione di essere una sorta di Ministero delle Finanze per la zona Euro è stata probabilmente la ragione per cui Schäuble ha pronunciato parole come "superamento delle competenze" e "violazione del diritto europeo". Secondo Schäuble, come ha detto nel suo discorso al Bundestag, il compito della Commissione è quello di monitorare i limiti all'indebitamento, ma è chiaro che la Commissione si sta spingendo ben oltre.

Quattro citazioni dal testo della Commissione possono illustrarne gli obiettivi economici :

La situazione attuale è almeno sotto 2 aspetti insoddisfacente: il primo è che l'applicazione delle raccomandazioni per i diversi paesi sia per il 2017 che per il 2018 nel complesso porterebbero ad un corso fiscale di carattere restrittivo, mentre la situazione economica attuale sembra richiedere una politica fiscale espansiva.

Parlare di "una politica fiscale espansiva" da seguire a seconda della "situazione economica", fa riferimento al concetto di "politica economica anti-ciclica discrezionale" ed equivale ad un rifiuto dei vecchi principi del monetarismo, con i quali l'Euro è stato istituito nei primi anni '90.

Una politica fiscale discrezionale, da attuare secondo le circostanze, e' conosciuta solo dal keynesismo, ed è estranea alle teorie neoclassiche.

In questo testo la Commissione si riconosce in un approccio keynesiano. Apparentemente l'esperienza degli ultimi 10 anni, in particolare la grande crisi, gli effetti ridotti delle politiche monetarie espansive e lo shock della Brexit hanno minato l'evidenza del monetarismo, almeno a livello delle istituzioni europee.

Se ben concepita, in combinazione con le riforme e con la promozione degli investimenti, una politica fiscale attiva oggi puo' contribuire nel breve termine ad un rapido calo della disoccupazione, e nel medio termine, anche ad un miglioramento della crescita (potenziale) nella zona Euro.

Con queste frasi la Commissione si allontana dai tradizionali approcci neoclassici. Nel quadro della metafisica economica neoclassica una politica fiscale attiva in nessun caso puo' avere effetti positivi, puo' nel breve periodo creare l'illusione di un miglioramento, che pero' nel lungo periodo sarà pagato a caro prezzo. Che una politica fiscale attiva possa "aumentare il potenziale di crescita" è keynesismo puro.

Il nuovo keynesismo della Commissione resta tuttavia parzialmente bloccato dai requisiti restrittivi del patto di stabilità. Si applica ai paesi in surplus, mentre i paesi in deficit restano soggetti ai diktat dell'austerità. Tuttavia la Commissione indica la possibilità di un allentamento:

Dietro l'attuale orientamento fiscale generale ci sono grandi differenze fra i paesi membri, che da una prospettiva economica generale non hanno molto senso. Questa situazione può' essere riassunta come un eloquente paradosso: i paesi senza un margine di manovra fiscale, vorrebbero utilizzarlo, quelli che invece hanno un margine di manovra, non vorrebbero farvi ricorso. Affinché l'Eurozona nel suo complesso non finisca in una scenario di "lose-lose", è necessario un approccio collettivo.

Parlare di mancanza di senso o di un eloquente paradosso oppure di "lose-lose scenario" è un indizio chiaro del fatto che la Commissione è insoddisfatta dei requisiti restrittivi dettati dal Patto di Stabilità. E in effetti la Commissione negli ultimi tempi è diventata alquanto lassista nel controllo dei limiti all'indebitamento. La FAZ, a quanto pare non molto felice per il nuovo ruolo della Commissione, vede nella nuova direzione politica un passo verso "l'auto-distruzione finale", e parla di "frasi roboanti".

Il potere della Commissione viene tuttavia sottovalutato. Se ci ricordiamo della testardaggine con cui la Commissione in passato ha applicato i progetti precedenti, la svolta in direzione keynesiana potrebbe riservare molte sorprese.

Dal momento che la BCE fa già ampiamente uso dei suoi strumenti di politica monetaria, c'è largo consenso sul fatto che la politica monetaria da sola non puo' avere l'onere della stabilizzazione macroeconomica e che la politica fiscale deve svolgere un ruolo maggiore nella zona Euro. Questa preoccupazione è condivisa dalla comunità globale: nell'ultimo vertice i membri del G20 hanno affermato il loro impegno verso una strategia di crescita e nel loro comunicato di settembre 2016 si sono dichiarati decisi ad utilizzare individualmente o collettivamente gli strumenti di politica monetaria e fiscale per raggiungere l'obiettivo di una crescita forte, sostenibile ed equilibrata".

Il riferimento al vertice G20 nel testo della Commissione contiene un chiaro posizionamento. All'ultimo vertice G20 Wolfgang Schäuble e il Ministro delle Finanze americano Jack Lew si sono scontrati sui principi di politica economica:

da anni al vertice G20 si ripete la stessa discussione: il Ministro americano Jack Lew chiede un pacchetto di stimoli globali, esattamente i paesi con un avanzo con l'estero come la Germania dovrebbero fare di piu' per la crescita economica. Wolfgang Schäuble ripete quello che ha sempre risposto alla richiesta arrivata da Washington: per rilanciare la crescita globale sono necessarie le riforme strutturali, non un aumento della spesa. 

Der Spiegel

La Commissione si schiera pertanto chiaramente a fianco di Jack Lew e contro Wolfgang Schäuble. Non sorprende che Schäuble sia arrabbiato. Sente che sta perdendo il controllo sull'Europa.