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domenica 29 settembre 2013

Il programa economico del nuovo governo federale

Quale dovrebbe essere il programma economico del nuovo governo federale? Risponde André Kühnlenz, redattore del Financial Times, sul suo interessantissimo blog WeitwinkelSubjektiv: basta con la moderazione salariale, basta con i giganteschi trasferimenti di capitali all'esteroDa WeitwinkelSubjektiv.com
Sviluppo nominale dei salari (arancione) e sviluppo della produttività + inflazione.
Fin dalla prima "Alleanza per il lavoro" (Bündnis für Arbeit) del 1996, i sindacati, già di per sé indeboliti, hanno iniziato ad accettare tutte le richieste fatte dai datori di lavoro. E' dal 1996, infatti, che i lavoratori rinunciano al cosiddetto margine di distribuzione garantito dalla crescita della produttività. Gli aumenti salariali si sono infatti orientati esclusivamente al recupero dell'inflazione (quando ci sono riusciti). Sebbene per molti anni i datori di lavoro abbiano goduto di condizioni favorevoli, per un lungo periodo in Germania non sono stati creati nuovi posti di lavoro. 

Solo quando i nostri risparmi (o meglio, i profitti cresciuti grazie alla moderazione salariale e alla riduzione delle tasse) - hanno causato bolle del credito in paesi come la Spagna o gli Stati Uniti, il tasso di disoccupazione ha iniziato a scendere. Stavamo vendendo i nostri beni in tutto il mondo come non era mai successo prima - 10 anni dopo la prima "Alleanza per il lavoro". Era un miglioramento del mercato del lavoro cresciuto sul debito.

Ancora oggi le cose non vanno molto diversamente. Nel frattempo, noi tedeschi (o meglio quelli che fra noi hanno un patrimonio) impieghiamo all'estero una somma annua pari al 9% del nostro PIL come investimento di breve o di lungo periodo, stiamo di nuovo inondando il mondo con il nostro denaro a buon mercato. Nei 12 mesi terminati a luglio, erano 250 miliardi di Euro. Anche la nostra magra crescita deriva quasi esclusivamente dal questo credito, la domanda interna in questo paese resta poco piu' di uno scherzo.

Export di capitali tedeschi nei 12 mesi precedenti in % del PIL, dati Bundesbank
Fatto che naturalmente ha delle conseguenze molto pericolose. Ogni eccesso di credito puo' crescere solo fino a quando viene alimentato. Stiamo consegnando il combustibile in grado di far surriscaldare qualsiasi macchina del credito. Fino a quando il carburante continua a fluire, si riescono anche a trovare macchinisti in grado di regolare il motore e di mettere un po' d'olio. Ma prima o poi ogni motore  si incepperà se resta acceso per troppo tempo, oppure se va troppo veloce.

Vogliamo solo aspettare un'altra crisi (e potrebbe essere pericoloso), oppure possiamo sperare che il prossimo governo federale agisca immediatamente? Se il nuovo governo non sarà capace di affrontare questo pericolo, dovrà essere considerato il peggiore governo di tutti i tempi. La situazione attuale è simile a quella pre-Lehman, avverte l'oracolo William White, che in passato, in qualità di capo-economista presso la Banca per i Regolamenti Internazionali, era in grado di avvertire con largo anticipo ogni sintomo di un eccesso di credito.

Potrebbe anche essere tutto abbastanza facile - senza che la SPD (o i Verdi) siano costretti a discussioni estenuanti sul programma del nuovo governo con l'Unione. Cio' di cui abbiamo bisogno è un accordo fra tutte le parti per smetterla di inondare il mondo intero con il combustibile del credito, e l'impegno ad utilizzare il risparmio per rifornire e rilanciare il motore dell'economia nazionale.

Questi dovrebbero essere gli elementi piu' importanti del nuovo accordo fra le parti:

1) I salari devono tornare ad allinearsi alla crescita della produttività piu' l'inflazione obiettivo del 2%. L'abbandono dell'economia sociale di mercato non ha portato nulla di buono - a parte una lunga serie di crisi. Anche se oggi nel mercato del lavoro non lo percepiamo, arriverà il momento, sicuramente, e ce ne accorgeremo presto!

2) All'interno di una nuova alleanza tripartita fatta da lavoratori, datori di lavoro e governo, si dovrà necessariamente arrivare ad un accordo: la Germania è disposta a fare di tutto per ridurre i suoi enormi avanzi delle partite correnti. In realtà avremmo bisogno di andare in deficit, se vogliamo che Italia e Spagna vadano in avanzo con l'estero.

3) Fino a quando gli avanzi con l'estero non saranno ridotti, saranno applicati automaticamente aumenti salariali corrispondenti al doppio degli aumenti della produttività e dell'inflazione - senza eccezione e in tutti i settori. Anche i salari minimi dovranno tornare a crescere. Nessuna paura - ci sono ancora 2 vie di uscita con le quali i datori di lavoro potranno sfuggire a questo destino e quindi mantenere la loro competitività.

4) I datori di lavoro potranno evitare l'applicazione del punto 3, solo se gli investimenti in Germania raggiungeranno il 3% del PIL. Vale a dire un terzo di quello che al momento investiamo all'estero. Si tratta di 75 o 80 miliardi di Euro, come proposto dal DIW (Deutsches Institut für Wirtschaftsforschung) con il suo patto per gli investimenti. Se necessario si potrebbe pensare ad una suddivisione fra investimenti pubblici e privati.

5) Se gli imprenditori non riuscissero ad investire questa somma nel nostro paese, oppure il governo federale non riuscisse a destinare piu' denaro alle infrastrutture, all'istruzione e alla politica energetica, allora i datori di lavoro e il governo federale avranno la possibilità di investire questa somma in un "Fondo per il futuro". Questo fondo sarà gestito congiuntamente dai manager del settore privato e pubblico. Gli interessi sui depositi saranno legati all'aumento nominale del PIL, che il governo dovrà pagare con il gettito fiscale.

6) Le risorse del fondo dovranno essere investite nel futuro della Germania, ma anche dell'Europa. Idee ce ne sono già abbastanza. In questo modo avremmo una sorta di unione di trasferimento privata, che naturalmente come ogni unione di trasferimento aiuterebbe il nostro export. Con i trasferimenti - dall'ovest all'est e poi di nuovo verso pochi portafogli nell'ovest - in Germania abbiamo già una certa esperienza.

7) Nessuno chiede ai nostri campioni dell'export di ridurre le loro vendite nel mondo. Ma dobbiamo essere onesti: se riduciamo il trasferimento di risparmio all'estero, le aziende finiranno per vendere meno in quei paesi. Ma con l'unione di trasferimento privata menzionata al punto 6, le imprese orientate all'export potranno compensare una parte delle perdite - se non tutte.

8) Non appena il surplus delle partite correnti sarà scomparso (o forse anche prima), tutti, investitori privati e stranieri, potranno investire nel "fondo per il futuro". Gli interessi continueranno a crescere anche nel lungo periodo poiché il fondo investe nel futuro del paese e quindi le opportunità di crescita e la competitività della Germania non potranno che migliorare. 

9) Se l'avanzo delle partite correnti dovesse superare di nuovo il 3% - entrerà in vigore il punto 3 e tutto ricomincia da capo.

Sarebbe sicuramente un piano molto bello che potrebbe garantire un futuro alla Germania. E sarebbe anche urgente, se i paesi della zona Euro vogliono mantenere le loro partite correnti in equilibrio. Per fare cio' abbiamo ovviamente bisogno di una pressione molto piu' forte nei confronti dei sindcati, dei datori di lavoro e del nuovo governo. SPD e Verdi dovrebbero mostrare un po' di coraggio - che in campagna elettorale non hanno fatto vedere. Se dovesse mancarci la volontà di metterlo in atto, allora le prospettive sarebbero cupe, sia per il nostro paese che per l'Europa. Oppure sarebbe ancora meglio se Frau Merkel finalmente scoprisse la sua vera vocazione - sapete di cosa parlo - e poco prima dell'impatto riuscisse a cambiare rotta: Frau Merkel - la donna dell'est che in un colpo solo salva l'economia sociale di mercato e l'Europa. Speriamo solo non si svegli troppo tardi.

E non venite a parlarmi della libertà, dell'autonomia contrattuale, e dell'economia di mercato! Questo è  il punto, l'economia sociale di mercato prima o poi dovrà essere salvata! 

mercoledì 6 marzo 2013

L'ultimo tango di Parigi


André Kühnlenz, ex redattore del Financial Times Deutschland, si chiede fino a quando i tedeschi potranno continuare a finanziare i  giganteschi disavanzi commerciali dei francesi. Siamo all'ultimo giro di tango? Da weitwinkelsubjektiv.com
Partite correnti tedesche verso la Francia e verso l'Eurozona.
E' davvero degno di nota. Quasi tutta l'Europa ha ridotto le importazioni dalla Germania - a causa della recessione e della mancanza di finanziamenti dall'estero. Ma c'è ancora un paese in Eurolandia dove i consumatori e le aziende non ne vogliono sapere della crisi: la Francia. I nostri resistenti vicini continuano a comprare a debito auto tedesche e macchinari come se nella zona Euro non ci fosse mai stata una crisi.

I francesi contribuiscono ancora alla mini crescita tedesca. Ma per quanto tempo potrà continuare? Nei giorni scorsi si sono fatte sempre piu' forti le voci dalla Germania che esortavano Parigi a raggiungere gli obiettivi di bilancio fissati per quest'anno. Apparentemente si tratta di rafforzare la credibilità delle severe regole di bilancio del patto di stabilità e crescita. Ma dietro non c'è forse un'altra strategia?

Se guardiamo alle partite correnti della Germania con il resto dei paesi Euro, si potrebbe immaginare che gli squilibri delle partite correnti dovranno scomparire completamente. Se il mercato non effettua piu' trasferimenti di risparmio fra i diversi paesi, scompare il pericolo che prima o poi debba intervenire il contribuente tedesco. Dopo tutto, l'Unione di trasferimento dopo l'Unione dell'inflazione è da sempre l'incubo peggiore dei tedeschi.

Sembra che nel nostro paese non si debbano temere le conseguenze di questo processo.  Lo mostra il modo in cui senza timore il resto del mondo - soprattutto gli USA - continuano ad acquistare i nostri prodotti a debito. Percio' i tedeschi, dopo un momento di difficoltà in inverno, potranno di nuovo ricominciare a pensare di essere un'isola di tranquillità risparmiata dalla recessione nell'Eurozona.

Manca solo la Francia come ultimo anello della catena - se anche i francesi cadono, potrebbero essere soddisfatte tutte le condizioni per una unione fiscale, si potrebbe pensare. Se anche loro finiranno in questa situazione, dipenderà dal credito che riceveranno dall'estero. Sarebbe molto efficace in questo senso un piccolo momento di panico sui mercati che allontani il nostro vicino dai creditori internazionali. Ma i partner tedeschi nel tango non saranno cosi' cinici - oppure no?